Storia
Situata nella parte alta della "Salita Baglio", è una caratteristica dimora amalfitana, nata nei secoli del Medioevo, quando la Repubblica marinara di Amalfi dominava i mari, e sviluppatasi nelle epoche successive. Dalle sue ampie terrazze è possibile ammirare il vasto mare azzurro, spaziando dalla vista delle alte vette dei Monti Lattari per scendere verso il panorama di Amalfi, con le sue case bianche a volta ed i terrazzamenti di limoni, che richiamano alla fantasia poetica il mitico giardino delle esperidi.
La casa, accogliente e confortevole, riscaldata in ogni stagione dal cocente sole amalfitano, presenta al piano terraneo ambienti agricoli di deposito e di stalla, coperti da volte a botte intera ed a botte acuta: si tratta dei catodea medievali, risalenti probabilmente al XII secolo.
La sezione originaria medievale si innalza ancora su altri due livelli: al primo piano, infatti, è ben visibile una camera coperta con botte ribassata, evidentemente coeva ai locali sottostanti; al secondo piano si nota una crociera formata da incrocio di botti. Pertanto, questo nucleo a tre piani e con tali volte rappresenta la costruzione più antica, databile entro la prima parte del XII secolo. L'edificio, certamente di carattere rurale, appartenente a qualche piccolo proprietario autoctono del casale di Vettica minore, che si sviluppava tra il mare e la collina lungo il confine occidentale della giurisdizione della città di Amalfi, fu ampliato in età rinascimentale, specialmente dopo la costruzione della Torre del Capo di Vettica (1568), che assicurava una migliore protezione contro le incursioni dei corsari. Provano, quanto appena affermato, al secondo piano il salone con volte lunettate, le volte a botti intere e le coperture realizzate con blocchi di tufo grigio nell'attacco e con pietre calcaree alla sommità, saldamente tenute da una malta composta da calce e pomici. Successivi ingrandimenti settecenteschi sono rappresentati dalle volte a schifo del primo e del secondo piano.
Nel Cinquecento questa costruzione divenne la dimora di un facoltoso signore locale, a giudicare dagli ambienti appena descritti ed anche da una sorta di "baglio", formata da una spessa parete rivolta verso l'accesso e la sovrastante grotta di San Nicola (nella quale furono rinvenuti resti preistorici in passato) e rinforzata da una compatta malta di calce, arena e pomici; questa parete mostra merlature trilobate e quattro saettiere, dalle quali gli occupanti l'edificio potevano sparare con archibugi sugli eventuali assalitori provenienti dal mare attraverso la scalinata pubblica. Da questa presenza deriverebbe il toponimo "Baglio", riferito all'intera via comunale. La posizione di tipo militare privato rientra, così, nel quadro delle "case torri" amalfitane attestate sin dall'XI secolo e rappresenta un singolare esempio di autodifesa vicereale, svolgendo un fondamentale ruolo di protezione e di comunicazione tra la Torre pubblica del Capo di Vettica e quella signorile posta sulla cordonata S.Pietro a Dudaro-Torre, proveniente dalla spiaggia di Santa Croce.
L'intelligente recupero dell'intera struttura storica rappresenta un esempio da emulare sul territorio e mostra, altresì, la profonda passione dei proprietari attuali, degni figli di quegli avi marinai-contadini, che avevano "un piede sulla barca e l'altro nella vigna", nonché cortesi e gentili ospiti di quei viaggiatori stranieri che oggi chiamiamo "turisti", pronti a far loro rivivere storie affascinanti di un passato glorioso.
prof. G. Gargano - storico amalfitano